L’idea della collana Contaminazioni risale ormai a qualche anno fa, ma solamente nel 2019, grazie a Federica Tarabusi, si è tradotta in un primo volume. I metodi puri impazziscono è stato un libro realizzato in tempi record, ricordo chiaramente la notte in cui abbiamo elaborato (a distanza) la call for papers, vivevo in un monolocale rustico nel centro di Perugia, durante una delle trasferte della ricerca PAS.
Nove mesi di gestazione tra proposte, scritture, un doppio giro di revisioni, riscritture ed editing. A dicembre scaricavo i due scatoloni freschi di stampa dal baule della macchina che aveva condotto Federica al convegno SIAA di Ferrara. E finora quella di Ferrara rimane anche l’unica presentazione del volume, il lockdown ha interrotto (per ora) gli sviluppi che avevamo immaginato.
Il progetto della collana però è andato avanti, altri due titoli sono infatti in lavorazione, nel segno del dialogo e della collaborazione tra discipline e professioni. La sfida di una collana del genere non rimane solamente sul piano dei contenuti, saper raccontare ha tanto importanza quanto il racconto stesso. Il lavoro sul linguaggio è una sfida per l’antropologia contemporanea: una disciplina che deve necessariamente trovare canali di comunicazione per raggiungere da un lato il pubblico generalista e, dall’altro, una eventuale committenza. Sarà anche sbagliato giudicare un libro dalla copertina, ma le copertine giocano un ruolo fondamentale. Il modo in cui sono concepite racconta tanto del progetto che racchiudono: sono la porta di accesso al testo. Sono fermamente convinto che tutti debbano poter entrare in un libro e magari trovarsi pure a proprio agio e restarci, fino alla fine.
Adolfo Farsari è stato il fotografo che, nell’Ottocento, ha modificato radicalmente l’idea che l’Occidente aveva del Giappone. Si può dire che le sue immagini abbiano abbassato la soglia, aprendo una finestra su un mondo fino ad allora sconosciuto. È stata Valentina Rizzo, che allora coordinava l’Ufficio stampa dell’ANPIA ad avere per prima l’idea di utilizzare Farsari per lanciare la call de I metodi puri impazziscono.
Il gioco di riprendere il classico di Clifford assieme all’estetica di Farsari ha creato uno sposalizio vincente, tanto che anche per la copertina del volume abbiamo voluto seguire il medesimo percorso. A non andare nella direzione voluta era invece l’aspetto paludato della prima idea di copertina sviluppata dall’editore, e ancor meno ci sembrava accettabile l’immagine stereotipata della proposta alternativa.
Era necessario correre ai ripari, mi sono perciò rivolto ai miei professionisti, in particolare a Giulia Raczek. È stata lei a sviluppare il progetto grafico che rappresenta perfettamente lo spirito della collana.
E ora?
I lavori per il secondo volume della collana procedono spediti grazie all’impegno di Miriam Castaldo e Maria Conetta Segneri, autori e autrici sono al lavoro sugli articoli che dovranno delineare il percorso di professionalizzazione dell’antropologia medica in Italia.
Ma su che cosa metteremo a lavorare Giulia?
Le curatrici hanno voluto cercare l’immagine di copertina proprio in quel mondo professionale che il volume vuole raccontare, a selezionarla sarà una giuria a composta da loro, da me, da Chiara Scardozzi e da Laura Villa Baroncelli.
Qui e di seguito il testo del concorso per la copertina, partecipate numeros*!
Contaminazioni – Concorso fotografico per la copertina del secondo volume
Al fine di selezionare le immagini per la copertina del libro sulla professionalizzazione dell’antropologo medico nella sanità pubblica italiana, le curatrici bandiscono un concorso fotografico, rivolto ad antropologi e altri professionisti delle scienze sociali, fotografi ed esperti della comunicazione, la cui partecipazione è totalmente libera e gratuita.
Possono partecipare persone singole o collettivi presentando una o due fotografie che rappresentino il tema del libro: il lavoro dell’antropologo medico nella sanità italiana.
Regolamento del concorso
Per concorrere, inviare:
- una fotografia che si vuole sottoporre;
- un file di testo in cui si indica: nome, cognome, numero di telefono e indirizzo e-mail.
Caratteristiche della fotografia
Le fotografie devono essere in formato JPEG, con una risoluzione di 72 dpi, 1.500 pixel per lato lungo;
- può essere a colori o in bianco e nero;
- i suoi contenuti non devono violare le leggi vigenti e la dignità dei soggetti rappresentati;
- deve essere accompagnata da una breve descrizione:
- del soggetto;
- della ragione per la quale è stata scelta;
- della rappresentatività per il libro.
Gli autori devono dichiarare:
- che le fotografie sono inedite (vale a dire che non sono state pubblicate né in testi, né su social-network);
- di essere gli unici titolari dei diritti d’autore sulle foto, di concedere alla casa editrice Licosia l’utilizzo e la pubblicazione della foto vincitrice del concorso; le altre verranno cestinate e mai utilizzate. Si precisa che il diritto d’autore e la proprietà delle immagini rimangono dell’autore delle foto;
- di poter fornire una liberatoria da parte di eventuali soggetti fotografati;
- di accettare che la fotografia vincitrice del contest sarà soggetta a modifiche per adattarla alla copertina.
La fotografia che vince costituirà la copertina del libro e l’autore apparirà nei credits, oltre a ricevere una copia del libro.
Gli indirizzi a cui spedire le foto sono: miriam.castaldo@inmp.it e mariaconcetta.segneri@inmp.it.
Il termine ultimo per l’invio delle fotografie è il 30/09/2020 alle ore 18.00.
La giuria sarà composta da:
- Miriam Castaldo
- Maria Concetta Segneri
- Chiara Scardozzi
- Laura Villa Baroncelli
- Ivan Severi
Il vincitore sarà contattato entro il 31/10/2020.